TESTIMONIANZE – 20/07/2009

Proseguendo nel nostro cammino, ci siamo resi conto che la gente, in questo momento, oltre che di cultura, di competenze, di preparazione, di particolari conoscenze tecniche e/o scientifiche, ha un disperato bisogno di storie buone, di modelli edificanti, di esempi positivi, provengano essi dai geni della santità, provengano essi dalla gente comune, da uno di Noi.

Per questo motivo, anzichè riprendere subito con le problematiche della giustizia, con la comunicazione di attualità e l’interpretazione dei fatti, proponiamo un’ulteriore testimonianza, che è  strettamente legata alla precedente, anche se in questo caso parliamo solo di gente comune, “dei santi della porta accanto”.

In particolare, considerato che tanti libri, riviste e giornali hanno ripreso negli anni i fatti straordinari su Padre Pio da Pietralcina, narrati dal Dott. Bernardo Rosini, abbiamo pensato che fosse il caso di conoscere più da vicino questo privilegiato testimone.

Sul piano professionale già si sapeva che era un Generale dell’Aeronautica Italiana, che aveva lavorato a Bruxelles presso il Consiglio Atlantico.

Sul piano umanitario si sapeva che portava assistenza ai carcerati, alle famiglie disagiate, ai baraccati. Si sapeva anche che era un fervido attivista della S. Vincenzo dè Paoli e un assiduo volontario dell’UNITALSI, quale barelliere presso il Santuario della  S. Casa di Loreto.

Sempre sul piano umanitario, abbiamo scoperto che fondò in Belgio, presso lo SHAPE, una Società Internazionale per l’assistenza alle famiglie povere dei minatori italiani, belgi, turchi, greci, polacchi, algerini (International Aid Society – Sociètè Internationale d’Entraide) con membri di 7 nazionalità (italiana, americana, inglese, belga, turca, norvegese, tedesca).

Ma a noi e penso anche a Voi tutto questo non interessava. Volevamo invece capire sul piano propriamente spirituale chi era veramente questa persona che ha raccontato forse il miracolo più eclatante del frate di Pietralcina. Il Miracolo di Padre Pio che volò in cielo per salvare il suo paese dalla bombe.

Certo, si diceva fosse molto religioso. Tuttavia, ci siamo chiesti: ma sarà vero?

A questo interrogativo siamo riusciti a dare una risposta esauriente quanto sintetica, scovando tra centinaia di carte, in un cassetto di una vecchia scrivania abbandonata, un foglio uso bollo, con su scritto “Mio testamento spirituale”.

Superata ogni timidezza e perplessità, abbiamo deciso di rendere pubbliche le parti più significative del Testamento di questo figlio spirituale di Padre Pio.

Il Testamento di Bernardo Rosini – Terziario Francescano (1913-1999), figlio spirituale di Padre Pio da Pietralcina:

“Mio testamento Spirituale

Oggi 7 ottobre 1993, Festa della B. Vergine del Rosario, in Roma, ove attualmente risiedo, – mentre sono ancora nel pieno possesso delle mie facoltà mentali; – dopo aver da tempo consacrato la mia vita secondo le intenzioni del Cuore Eucaristico di Gesù e del Cuore Immacolato di Maria; – dopo aver invocato l’aiuto e l’assistenza della S.S. Trinità, per essere illuminato e guidato nella stesura del presente atto, scritto di mio pugno;

DESIDERO

Libero da ogni bene di questo mondo, lasciare in eredità la mia anima a Maria Santissima, affinchè nell’ora della mia morte la prenda nelle Sue mani e la doni per sempre alla Santissima Trinità, cui ho da tempo offerto ed offrirò ancora, per tutto il tempo che vivrò, tutte le mie Sante Messe e Comunioni, le mie opere buone, i tanti sacrifici, mortificazioni ed umiliazioni, in ispirito di riparazione per l’unità della Chiesa, per il Santo Padre, per i nostri sacerdoti, per le vocazioni sante e per le anime tutte fino alla fine del mondo;

DISPONGO

– perchè il buon Dio e la Vergine Santissima vogliano eliminare tutte le difficoltà che possono ostacolare il ritorno in Offida delle venerate spoglie del Beato Corrado, attualmente nella Chiesa di S. Francesco al Prato di Perugia e speriamo presto in un degno Altare della nostra Offida, in segno di gratitudine per essere stata preservata, la nostra terra, dalla guerra e dalla distruzione, durante il ripiegamento delle Forze Armate Tedesche nel 1944,

dispongo, ripeto,

per il suddetto scopo che tutte le sofferenze materiali e morali, con cui il buon Dio vorrà – per mia somma fortuna – provare il mio corpo, non siano nè eliminate nè ridotte.

OMISSIS

Desidero, comunque, essere informato del male, che segnerà la mia fine, sia perchè la morte non mi spaventa, sia per potermici preparare senza perdere tempo.

OMISSIS

La ringrazio con tutto il calore dell’animo mio per i profondi sentimenti di affetto, dedizione e fedeltà sempre dimostratimi, durante la nostra vita coniugale. Benedico tutti,  OMISSIS e raccomando loro di pregare senza stancarsi mai la Santissima Trinità, la Madonna e l’Angelo custode per tutte le grazie che hanno ricevute e per quelle che desiderano nel futuro. Sono e saranno sempre tante; e sappiano che soltanto con la preghiera saranno benedetti da Dio ed otterranno la pace, che è il dono più grande, che si possa desiderare.

Bernardo Rosini

P.S. I miei funerali siano sobri se non modesti, OMISSIS ed il denaro, da destinare alle corone di fiori, segno di stolta vanità, sia piuttosto devoluto ad opere, che mi frutteranno suffragi e saranno, quindi, utili all’anima mia. Grazie. – La mia salma, se non ci saranno difficoltà, sia posta nel loculo in comune della tomba OMISSIS, cercando di trovarlo nel posto più umido e profondo. Ove ciò non fosse possibile, sia posta sulla nuda terra. Grazie ancora, specie se verrà attuata questa seconda soluzione.”

(ORIGINALE – OLOGRAFO)

(ORIGINALE – OLOGRAFO) (2)

(ORIGINALE – OLOGRAFO) (3)

(ORIGINALE – OLOGRAFO) (4)

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Precisiamo che, successivamente al Testamento del 1993, ciò che sembrava veramente impossibile, tanto da essere menzionato a futura memoria, si è realizzato: nel dicembre 1994, dopo quasi sette secoli, il ritorno nella città natale di Offida (AP) delle venerate spoglie del Beato Corrado, frate minore nel ‘200, uno dei primi seguaci di Francesco, una delle glorie più autentiche del Francescanesimo, per cui anche nei “Fioretti di S. Francesco” per ben due volte è stato ricordato Corrado.

Riportiamo, nell’occasione della cerimonia di consegna delle reliquie, le dichiarazioni dell’allora Arcivescovo di Perugia Ennio Antonelli, oggi Cardinale e Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia: “E’ giusto che il Beato Corrado, una delle figure più belle dei primi discepoli di S. Francesco, lasci Perugia, città nella quale è poco conosciuto, per tornare nella sua patria dove è conosciuto e venerato dalla sua gente” (Il Resto del Carlino – 25-11-1994)

Il Beato Corrado, chiariamo, fu guardiano nei conventi di Offida, Forano e la Verna. Valente predicatore, tutta la Sua vita, trascorsa in fervorose preghiere e continue penitenze, è stata punteggiata da fatti straordinari e da tanti miracoli. Durante la preghiera, i confratelli più volte lo videro in estasi e sollevarsi da terra.

Secondo autorevole storiografia locale, supportata dalla tradizione, Francesco passando per Offida nel 1215, conobbe Corrado e Lo associò alla schiera dei Suoi fraticelli, all’età di appena 15 anni.

La storiografia ufficiale dell’Ordine, concordando sul fatto che Corrado ebbe modo di conoscere Fra Leone ed i primi compagni di S. Francesco, fissa, invece, approssimativamente la Sua nascita nel periodo 1237-1241.

Il Beato Corrado da Offida, che dai confratelli venne chiamato “secondo Francesco”, ebbe il raro privilegio di avere l’apparizione della Madonna nella Chiesa di S. Maria degli Angeli in Assisi. Altra apparizione della Madonna la ebbe, mentre di notte, pregava nel bosco del Convento di Forano – Macerata, dove la Vergine Santa Gli pose tra le braccia il Suo Bambino Gesù. A Offida ebbe, inoltre, la visione del purgatorio.

Si racconta anche che, durante la sua permanenza a Forano, mentre Corrado era un giorno nel bosco, in una cella separata dal Convento e lì era assorto in preghiera, un lupo entrò improvvisamente nella sua cella. Senza spaventarsi il Beato lo accolse con tenerezza, lo accarezzò e lo condusse nel Convento suscitando grande meraviglia.

La traslazione da Perugia, Convento di S. Francesco al Prato, delle venerate spoglie del Beato Corrado, fu possibile grazie alla costituzione di un apposito comitato di cui Rosini fu promotore. (notizia appresa da “Il Resto del Carlino” del 14-12-1994)

Tale traslazione, fu possibile, prima ancora, grazie al libro “Il Voto Memorie Storiche 1943-1944”, un volume edito nel 1991, che narra di un solenne Voto alla Vergine del Palio, pronunciato nel 1944 dalla popolazione locale di Offida (AP). Un solenne Voto, con cui furono assunti impegni di ordine religioso e spirituale e fu invocata anche la protezione del Beato Corrado, affinchè fossero allontanati i pericoli e salvata la cittadina, nel triste periodo della seconda guerra mondiale.

Attraverso tale volume, che fu redatto, abbiamo scoperto, sempre dal Rosini, si raccolsero fondi e si sensibilizzarono per la traslazione delle spoglie del Beato, le Autorità Civili e quelle Ecclesiastiche. (Il Voto Memorie Storiche 1943-44)

Di seguito, riportiamo, tra l’altro, un’immagine che ritrae all’udienza del 25 marzo 1992, l’incontro con l’allora Papa Giovanni Paolo II, Il quale nel momento in cui Gli veniva presentato il menzionato libro, ebbe a dire: “Generale, benedico la sua opera e la sua famiglia”. (così come da documentazione fotografica illustrata nel volume, laddove è possibile leggere – “Ragguagliato dal Suo Segretario Particolare, Mons. Stanislao Dziwisz, cui avevo in precedenza inviato una copia del mio libro, sottolineando nella lettera di accompagnamento i nobili scopi, che con il libro medesimo intendo raggiungere, così mi ha detto il Santo Padre nell’udienza del 25 marzo 1992: “Generale, benedico la sua opera e la sua famiglia””).  (Il Voto Memorie Storiche 1943-44) (2)

Sembra, quindi, che il Dott. Rosini abbia avuto un ruolo importante nella citata traslazione, così come abbiamo potuto anche apprendere da un articolo su “Il Resto del Carlino” del 19 gennaio 1999, dal titolo: “Morto il generale Rosini Ha riportato le spoglie del Beato Corrado”.

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Puntualizziamo che pur avendo utilizzato una scrupolosa metodologia scientifica, effettuato raffronti, comparazioni, contattato redazioni giornalistiche e attinto a testimonianze locali, non siamo riusciti a comprendere pienamente un episodio descritto nel menzionato volume“Il Voto Memorie Storiche 1943-1944”.

L’episodio che è poi la chiave di lettura di una particolare frase del testamento, ovvero: “in segno di gratitudine per essere stata preservata la nostra terra dalla guerra e dalla distruzione, durante il ripiegamento delle Forze Armate tedesche nel 1944”.

Non siamo, cioè riusciti a spiegare come mai dopo il solenne voto dell’8 febbraio 1944, (pronunciato dalla popolazione offidana, affinchè fosse salvata la cittadina nella seconda guerra mondiale), innumerevoli mine e bombe, oltre ad un ingente quantitativo di tritolo, non siano riusciti ad esplodere.

Più in particolare, i tedeschi dopo aver fatto saltare le cabine delle telecomunicazioni e tutti i ponti che collegavano la cittadina con centri limitrofi, prima di lasciare la città di Offida, vi avevano situato del potentissimo materiale esplosivo. Una parte consistente di questo materiale, circa 30 mine, numerose bombe e gran quantità di trinitrotoluene, fu collocato sotto il dirupo sul quale sorge l’antichissimo tempio di S. Maria della Rocca.

L’eventuale scoppio di queste 30 mine e dell’altro esplosivo, nel giugno del 1944, avrebbe causato, certamente, la distruzione di buona parte di Offida e dei suoi monumenti.

Si trattava, di ordinario materiale bellico, affidabile e collaudato. Inoltre, sulla determinazione dei tedeschi a far saltare ora la cittadina, non vi erano dubbi. Le conseguenti macerie, dovevano servire ad intralciare l’imminente avanzata delle truppe alleate.

Tuttavia, nonostante i ripetuti tentativi, accanitamente effettuati anche dagli ultimi soldati tedeschi delle retrovie, nemmeno una di queste 30 mine e delle numerose bombe, riuscì ad esplodere.

A tal riguardo ci siamo chiesti, come mai, nonostante i ripetuti sforzi, un esercito attento, preparato ed efficiente come quello tedesco, non sia stato in grado di compiere un’operazione così elementare, non sia stato in grado di azionare correttamente tutto questo materiale esplosivo.

Ci siamo anche chiesti, come mai, questo stesso materiale bellico, che poco prima aveva prodotto esplosioni di formidabile potenza sui ponti di collegamento della cittadina (con colonne di fumo e polvere in cielo, pioggia di ghiaia, terra e schegge di pietra sulle case), ora, invece, non era riuscito a produrre alcuna esplosione.

Ci siamo anche chiesti, in caso di eventuale difetto di fabbricazione e/o di anomalia tecnica, come tale difetto e/o anomalia, avesse mai potuto coinvolgere il numero complessivo di tutte e 30 le mine, (senza contare, poi le ulteriori bombe, ed altro materiale esplosivo).

Inoltre, accertato che nel giugno 1944, vi furono diverse precipitazioni nella zona, ci siamo anche chiesti, in caso di pioggia e/o di umidità del terreno, come tali condizioni climatiche avessero mai potuto condizionare degli ordigni che tecnicamente sono, invece, ermeticamente chiusi e che non hanno alcun punto di permeabilità.

Insomma, non siamo riusciti a dare una spiegazione al fenomeno che avesse un minimo di senso logico e di rigore scientifico.

Per questo motivo, non avendo pregiudizi, siamo stati costretti a spalancare le porte al soprannaturale. A credere veramente in un miracolo conseguente al solenne Voto pronunciato nel 1944 dalla popolazione di Offida, con cui fu invocata anche la protezione del Beato Corrado. A credere veramente a quanto Rosini, diceva nel suo testamento e prima ancora nel suo libro: “..Poco dopo un tedesco in moto, proveniente dal Borgo Giacomo Leopardi, si dirigeva sul posto delle mine. Mi fu detto poi che portava non so che cosa che avrebbe di certo fatto scoppiare gli ordigni esplosivi, perchè già altre due volte si era adoperato allo stesso scopo senza peraltro riuscirvi. Ci si mise allora in attesa e quei quindici o venti minuti che dovevano precedere l’annunciata esplosione, furono una sofferenza indicibile. Ci si guardava e non si profferiva parola. In ogni volto si leggeva una pena profonda, mista ad un grande sbigottimento. Nessuno avrebbe voluto ricordare quello scempio sacrilego, quell’atto nefando, per cui insieme col Tempio di S. Maria, molte altre case sarebbero sicuramente crollate e sarebbero state travolte nell’orrendo franamento. Molte nostre devote e semplici donnette con una lacrima sul viso e con tanta fede nel cuore, dicevano: – La Madonna ci salverà e farà il miracolo. ……Intanto da ogni cuore una muta ardente preghiera saliva alla Vergine, perchè operasse il grande prodigio e desse una nuova prova della sua particolare benevolenza per la nostra città. ….. . Dopo circa venti minuti dal passaggio di quei tedeschi si sentì infatti lo scoppio della capsula detonante al primo innesto con la miccia collegata alle mine, ma queste non brillarono. Il tedesco per la terza volta non era riuscito a causarne lo scoppio e, imprecando e rinunciandovi, fuggì con la moto per raggiungere le truppe in ripiegamento già lontane dalla nostra città. Offida era salva, il prodigio era avvenuto. Un inno di ringraziamento s’innalzò allora a Dio e molti piansero di consolazione e di gioia”.

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In considerazione del fatto che il testamento e questo solenne Voto, sono apparsi così strettamente connessi, siamo andati anche a vedere in conseguenza del Voto, quali impegni di ordine religioso e spirituale, furono assunti dalla popolazione offidana.

Di seguito, li enunciamo sommariamente:

1) Che venga celebrata una messa votiva ad ora fissa, fino ad un anno dopo la conclusione di una stabile pace,…, il giorno 8 di ogni mese, avanti l’Immagine della Madonna che mosse gli occhi, detta Madonna del Palio;

2) Che le processioni di voto dell’8 luglio e del 23 agosto, che dovrebbero terminare nel 1956 vengano protratte all’anno 2000…..;

3) Che per 5 anni, dopo la conclusione della pace, si canti il Te Deum nella chiesa di S. Agostino, nell’annuale festa religiosa in onore della SS.ma Croce;

4) Che a mezzo di S.E. Monsignor Vescovo, il popolo Offidano, umilierà a S. Santità, il voto che è già di tutta la Chiesa Universale e quindi con più ragione dovrebbe essere nostro, che cioè a maggior gloria della Vergine Santa, il mistero della sua Assunzione al Cielo, venga definito dogma;

5) Che uomini e donne, anche con loro sacrificio e nei limiti del possibile, si obblighino per quattro anni, a cominciare da oggi, a frequentare il catechismo parrocchiale per gli adulti: i genitori a mandare i propri figli al catechismo per un anno intero dopo la Prima Comunione. Tutti poi si obbligano di non lavorare nei giorni festivi, senza il permesso dei rispettivi Parroci;

6) Che al termine della guerra si organizzi una solenne processione per i Santuari di Offida…

Letto nelle pubbliche Chiese e sottoscritto in data 8 febbraio 1944, seguirono le firme delle Autorità religiose, civili e militari locali, di molti cittadini e numerosi sfollati.

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Eravamo animati solo da un appassionato spirito di curiosità e di ricerca e in questo senso, siamo riusciti a farci un’idea abbastanza dettagliata sul profilo propriamente spirituale di questa persona.

A forza di indagare e di ricostruire su colui che aveva raccontato forse il miracolo più eclatante di Padre Pio, poi ne è venuta fuori quasi una storia di Bernardo Rosini.

Una storia buona.

In conclusione, ci sentiamo di dire che si è trattato, certamente, di un’esistenza ben spesa e non di una vita sterile, senza frutti e senza traccia.

Da questi esempi buoni, dai “santi della porta accanto”, da questi modelli edificanti del passato, Noi che siamo giovani, giovani soprattutto di cuore, intendiamo fortemente ripartire, per costruire, anzi per ricostruire una società migliore.

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Clemenza e Dignità: in occasione della visita del 21/06/2009 di sua santità benedetto XVI a san giovanni rotondo.
ora di religione: clemenza e dignità, il cattolicesimo fa parte del patrimonio storico culturale del popolo italiano - è elemento fondante del tessuto umano e sociale della nazione.

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