InfoOggi – il diritto di sapere (www.infooggi.it) – 25/03/2013
ROMA, 25 MARZO 2013- “Quando una pena giusta, sotto il profilo processuale, diviene poi del tutto insopportabile sotto il profilo delle concrete condizioni di esecuzione, così da preferirsi, purtroppo, e in migliaia di casi, la morte alla pena, dovrebbero aprirsi serie riflessioni sulla realizzazione della giustizia in conseguenza della pena, dovrebbero giungere tanti segnali di attenzione e di cura verso il mondo dei ristretti.” E’ quanto afferma in una nota Giuseppe Maria Meloni, responsabile di Clemenza e Dignità, che aggiunge: “Ad oggi, le riflessioni sono state superficiali e i segnali di attenzione e di cura, molto pochi e deboli, probabilmente, perché la pietà e la misericordia, sono concetti che effettivamente e tecnicamente non hanno molta attinenza con la nostra giustizia.” “Tuttavia, – osserva – si è giunti ad un punto di non ritorno tale e per cui, proprio la pietà e la misericordia, appaiono essere, invece, i correttivi indispensabili, per garantire il rispetto delle leggi, per mantenere la proporzione della pena al fatto, ed in genere per mantenere la giustizia stessa.” “In questo senso, – sottolinea – potrebbe aiutarci in questo ragionamento a noi distante e, quindi, molto difficile, colui che in questo mondo rappresenta apicalmente una idea di giustizia diversa dalla nostra e dagli altri sistemi giuridici contemporanei, una giustizia che è allo stesso tempo anche misericordia, non l’una senza l’altra.” “Ebbene, – rileva – proprio colui che rappresenta in terra questa giustizia non terrena, ci aiuterà molto mediante un gesto veramente significativo.” “Papa Francesco, al quale va la nostra più profonda gratitudine, – conclude – il 28 marzo, giovedì santo, celebrerà la “messa nella cena del Signore” all’istituto penale per minori di Casal del Marmo, ove laverà i piedi ai detenuti.”