Comunicato stampa
Roma, 04 dic. 2017 – “La nuova iniziativa di Piazza delle Carceri e della Sicurezza del cittadino nasce per contribuire alla realizzazione della seguente idea: garantire la sicurezza ai cittadini italiani e al tempo stesso garantire i diritti e la dignità alle persone ristrette.” Lo dichiara in una nota il portavoce della predetta piazza, Giuseppe Maria Meloni, che spiega: “Così come non è giusto ignorare i diritti e la dignità delle persone detenute, ugualmente non è giusto ignorare il profondo bisogno di legalità e di sicurezza dei cittadini italiani, e più in particolare, non è giusto che dinanzi al dilagare dei comportamenti criminali ed in presenza di una vera e propria escalation di violenza, non vi siano delle risposte forti ed adeguate.” “Scendendo nel concreto, – rileva – deve segnalarsi che qualora non intervengano nell’immediato delle significative modifiche del sistema sanzionatorio penale, e qualora quindi la pena sostanzialmente continui a consistere solo nella privazione di libertà personale, è ragionevole credere che una delle possibili chiavi per riuscire a contemperare la dignità dei detenuti con la sicurezza dei cittadini, potrebbe essere data da un carcere nuovo.” “Per carcere nuovo – continua – deve intendersi, non soltanto delle strutture di pena che siano meno fatiscenti, non soltanto degli spazi che siano meno angusti e delle migliori condizioni igienico sanitarie, ma anche un carcere organizzato in maniera differente, un carcere in cui ci sia molto più spazio per la formazione, per lo sport e soprattutto per il lavoro.” “Mediante la formazione e attraverso il lavoro, – osserva Meloni – in pochi torneranno al mondo del crimine.” “La suddetta idea di un carcere nuovo, – conclude – oltre ad essere vantaggiosa per contemperare la dignità dei detenuti con la sicurezza dei cittadini, potrebbe essere anche una delle possibili chiavi per dare veramente e finalmente attuazione all’art. 27 della Costituzione repubblicana, laddove sancisce che le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato.”