Comunicato stampa
Roma, 08 lug. 2019 – “Se servisse a qualcosa, lo rifarei volentieri, ma sono convinto che un gesto di sciopero della fame o di sciopero della fame e persino della sete, non servirebbe a nulla ai fini di una sensibilizzazione sul tema delle carceri. Forse, per far comprendere ai cittadini la situazione dei penitenziari, e cercare di coinvolgerli, sarebbe più utile dipingere un quadro. Ecco proverò proprio a dipingerne uno. Allora, con il blu, in questo momento, sto dipingendo il mare, con il marrone gli scogli, con il bianco una enorme nave che va in direzione delle rocce. Ecco, le carceri italiane potrebbero somigliare a questa enorme nave che sta andando dritta verso gli scogli. Bisogna intervenire subito, ancora poco tempo, ancora pochi metri, e poi non sarà più possibile fare manovre e cambiare rotta. Bisogna intervenire perché quella nave sta viaggiando carica di persone. Bisogna intervenire perché quella nave aveva una precisa rotta da rispettare e, invece, non l’ha rispettata: si tratta della rotta tracciata su una carta di oltre settant’anni fa, si tratta, cioè, della rotta tracciata dall’art. 27 della nostra Carta Costituzionale”. Così in una nota alle agenzie, Giuseppe Maria Meloni, portavoce dell’iniziativa Piazza delle Carceri e della Sicurezza del cittadino.