ADNK (CRO) – 19/03/2007

Roma, 19 mar. – (Adnkronos) – “Se il progresso scientifico non avesse consentito forme di procreazione medicalmente assistita, nessun legislatore europeo, neanche quello piu’ sensibile alle istanze omosessuali, avrebbe potuto pensare a innovative forme giuridiche di riconoscimento, assimilabili alla famiglia tradizionale”. Lo ha affermato in una nota il movimento “Clemenza e Dignita”‘. “Nel dibattito sui Dico -ha spiega il presidente del movimento, Giuseppe Maria Meloni- e’ possibile percepire una ampia e chiara divergenza sulla concezione dell’uomo moderno, ovvero se l’uomo debba ancora essere considerato per cio’ che e’ naturalmente e cristianamente, senza ricorso alla tecnica che ne modifichi l’identita’ o se l’uomo debba essere preso in considerazione anche per cio’ che possa essere o possa divenire, per via del progresso scientifico”. “Allo stesso tempo -ha commentato- e’ chiaro che il riconoscimento pubblicistico delle convivenze di fatto, e’ richiesto non solo per fornire regolamentazione ad una situazione di coppia, ma anche per fornire un primo impianto regolamentativo di una situazione di genitorialita”‘. “Piu’ che uno scontro sulla famiglia -ha rilevato Meloni- e’, quindi, scontro sull’uomo, tra una visione anche meccanica della vita e della morte dell’uomo, poco gelosa della sua identita’ storica ed una visione storica e naturale della vita e della morte dell’uomo, una visione naturale che comunque non rifiuta la tecnica ma la utilizza a supporto della sua naturale identita’, a supporto del suo naturale percorso di vita”. “La questione, -ha osservato- per via dei continui progressi scientifici, specie nel campo della genetica, sara’, quindi, stabilire se il legislatore, nel fare le leggi, dovra’ pensare all’uomo, per come e’ ed e’ sempre stato, nella sua dimensione naturale oppure accettare ed inseguire nuove concezioni di uomo derivate dalla ricerca di laboratorio”. (segue)

(Adnkronos) – “Al riguardo -ha continuato Meloni- se si abbandonasse il punto di riferimento dell’uomo, nella sua dimensione cristiana e trascendente ovvero nella sua identita’ naturale e storica, per inseguire il progresso della macchina-uomo, diverrebbe impossibile orientarsi, stabilire un tetto al progresso, stabilire dei limiti e delle regole, in sostanza, diverrebbe impossibile stabilire dove finisce la macchina e dove inizia l’uomo”. “Se poi si cercasse di giustificare l’accettazione del progresso della macchina-uomo, come mezzo di realizzazione dei diritti dell’uomo -ha concluso- nel libro ‘Memoria e Identita”, Giovanni Paolo II, riguardo a forme alternative di famiglia, scrive: ‘E’ lecito e anzi doveroso porsi la domanda se qui non operi ancora una nuova ideologia del male, forse la piu’ subdola e celata, che tenta di sfruttare, contro l’uomo e contro la famiglia, perfino i diritti dell’uomo’”.

(Cal/Zn/Adnkronos) 19-MAR-07 13:43

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