ADNK (CRO) – 15/06/2009
Roma, 15 giu. – (Adnkronos) – “Il prossimo 21 e 22 giugno, le urne saranno di nuovo aperte per il referendum. In tale contesto proponiamo per correttezza, un ragionamento solo di prospettiva e astratto, che prescinde del tutto dagli attuali quesiti referendari e dagli attuali atteggiamenti in concreto suggeriti agli elettori dai singoli partiti”. Lo afferma in una nota l’avvocato Giuseppe Maria Meloni, presidente di Clemenza e Dignita’ che propone una “riflessione collettiva sull’opportunita’ di scoraggiare costantemente l’espressione della diretta e pura sovranita’ popolare, anche perche’ teniamo alle nostre radici, in questo caso non si tratta delle radici cristiane che tanto ci stanno a cuore, ma forse e’ proprio questo particolare dna culturale-religioso, che ci spinge a riflettere sull’esigenza di salvaguardare le istituzioni, di salvaguardare lo Stato nella sua componente di popolo, di dare a Cesare cio’ che e’ di Cesare”.
“Per il futuro – prosegue Meloni – considerato che dal 1995 non viene raggiunto il quorum, sollecitiamo la seguente riflessione collettiva: se sia giusto nell’imminenza di ogni appuntamento referendario, suggerire esplicitamente o implicitamente ai cittadini di disertare le urne”.
“Il dubbio – osserva – nasce in primo luogo dal fatto che stiamo vertendo di un istituto quello del referendum abrogativo, previsto nella nostra Carta Costituzionale, che e’ la legge di tutte le leggi della Repubblica. In secondo luogo, nasce dal fatto che l’invito anche implicito a non recarsi alle urne da parte della classe politica, produce un corto circuito proprio nella stessa ratio costituzionale del referendum abrogativo, ovvero proteggere la coscienza popolare in caso di possibile non rispondenza tra coscienza pubblica e attivita’ politico-legislativa delle Camere”.
“Certamente – aggiunge Meloni – alcuni per sminuire il valore della citata previsione nella legge fondamentale, potrebbero obiettare, che ormai, la visione costituzionale determinante dei tre grandi partiti di massa, per una repubblica parlamentare in un sistema multipartitico, sia stata di fatto superata e stia per essere sconfessata, da un sistema tendenzialmente bipartitico e dalle esigenze di un maggiore e piu’ sollecito potere decisionale in capo all’esecutivo. Cosi’ come parzialmente superata, potrebbe apparire la contrapposta visione minoritaria del partito d’azione di Calamandrei, nella particolare idea di una repubblica presidenziale”.
“Ma anche trascurando il dato costituzionale, non puo’ sottacersi che se nelle democrazie la sovranita’ appartiene al popolo, il referendum e’ la massima espressione della sovranita’ popolare, il piu’ potente strumento di democrazia a disposizione e nell’interesse dei cittadini, perche’ anche se depotenziato in una funzione solo abrogatrice e non deliberativa, consente decisioni dirette senza interpreti della sovranita’ popolare, senza il filtro di conferimenti di poteri, deleghe e rappresentanze”.
(Rol/Col/Adnkronos)
15-GIU-09 17:43