COMUNICATO – 22/02/2010
Roma, 22 feb. – “Quasi non vi è giorno che sui giornali e sulle televisioni, non si discorra di presunti episodi, tutti da verificare, concernenti sempre la sfera propriamente sessuale. Da tutto ciò ne sta emergendo un aspetto molto interessante, ovvero il rapporto tra la morale e il diritto penale.” Lo afferma in una nota Giuseppe Maria Meloni, presidente di Clemenza e Dignità. “La dottrina, – prosegue – aveva già sostenuto l’esistenza di un nesso indissolubile fra il diritto penale e l’etica, arrivando anche ad affermare che il diritto è la morale stessa cristallizzata in un suo momento, vale a dire il diritto sarebbe la morale resa statica da una norma.” “Questa linea di pensiero – rileva – fu in seguito aspramente criticata sulla base del fatto che non tutto ciò che è immorale viene penalmente perseguito, e comunque il problema sembrava ormai essere del tutto dimenticato e abbandonato.” “Ma i tanti fatti di cronaca, – sostiene – potrebbero dare nuovo respiro per riaprire questo dibattito.” “Difatti, non è controverso, – osserva – che oggi si discuta, sempre più spesso, di episodi concernenti la morale, specialmente inerenti gli atteggiamenti sessuali, interrogandosi poi costantemente sull’eventualità che quegli stessi fatti possano costituire reato o perlomeno un indizio o prova di altro reato, oppure sempre ai fini di una complessiva valutazione, interrogandosi anche sull’eventualità che quei fatti siano stati o meno oggetto di una statuizione penale.” “Non è controverso – aggiunge – che oggi il senso etico collettivo ricorra disperatamente al diritto penale nella ricerca di risposte.” “L’impressione – spiega – è che, quindi, nella mentalità collettiva e per l’opinione pubblica, sussista veramente questo legame indissolubile fra l’etica e il diritto penale, un legame molto emotivo che però trova poi insufficienti riscontri fattuali sul piano del diritto vero e proprio.” “Probabilmente – conclude Meloni – nell’ansia di inseguire i cambiamenti del costume, nell’ansia di attualizzazione del diritto penale, così come è stato per la pubblica decenza e il pudore e così come fu per l’adulterio, per il concubinato e tanto altro, poi si è andati anche oltre i reali mutamenti della morale collettiva, sottovalutando i sentimenti più radicati, più nascosti e più intimi del popolo italiano. “