COMUNICATO – 06/04/2010
Roma, 6 apr. – “Sulla Ru486, il complessivo e complesso problema va riducendosi mano a mano a quello dell’osservanza della legge, e in particolare della 194. Si tratta però di una finta questione, perché è ovvio che le leggi vanno rispettate, ma riconoscere una compatibilità tra la pillola Ru486 che rivoluziona completamente gli approcci dell’aborto, e la legge 194, una legge del lontano 1978, approvata quando erano ancora impensabili queste procedure e queste nuove modalità abortive, può apparire veramente una forzatura giuridica.” Lo afferma in una nota Giuseppe Maria Meloni, presidente di Clemenza e Dignità, che aggiunge: “Con la Ru486, non stiamo vertendo di un ordinario aggiornamento delle tecniche e la compatibilità di fattispecie sopravvenute con il quadro di una legge antecedente, non può ricavarsi solo dall’assenza di elementi testuali palesemente in contraddizione con le fattispecie sopravvenute. Nè basta molte volte ricostruire a posteriori l’intenzione del legislatore e adoperare dei criteri logici-sistematici.” “Difatti, – conclude Meloni – se si tratta, come nel caso di specie, di problematiche di cui la legge antecedente, sebbene competente per materia, non era in grado minimamente di conoscere e di immaginare anche scientificamente, nonché di problematiche che mutano profondamente gli assetti per cui un precedente impianto normativo fu pensato, può parlarsi di compatibilità solo attraverso una finzione, mentre tecnicamente e più correttamente dovrebbe parlarsi solo di un vuoto normativo.”